L’endometriosi è una patologia ginecologica estrogeno dipendente, cronica tipica dell’età fertile, ad insorgenza spesso precoce,…

Ricerche recenti mostrano che ora ci sono una media di 7,5 anni tra le donne che vedono per la prima volta un medico per i loro sintomi e ricevono una diagnosi definitiva.
Dolore invalidante durante le mestruazioni, durante i rapporti sessuali, disturbi digestivi e urinari, emorragie anormali, dolore alla deambulazione: questa sintomatologia deve emergere in maniera chiara durante un colloquio con i medici e deve subito far suonare dei campanelli d’allarme per una sospetta endometriosi.
Purtroppo, spesso è necessario un esame clinico (visita ginecologica) per aiutare nella diagnosi e per guidare la prescrizione di un’ecografia o di una risonanza magnetica. Può comprendere un esame vaginale e/o rettale, che può essere utile prima del trattamento chirurgico per chiarire la natura o l’anatomia delle lesioni e le loro ripercussioni.
L’operatore sanitario potrebbe dover prescrivere vari esami, offrire un trattamento di prima linea, in particolare contro il dolore e rivolgersi a esperti, se necessario.
Ma vediamo più nel dettaglio quali procedure possono essere prescritte.
Esame pelvico:
Durante un esame pelvico, il medico sente manualmente (palpa) le aree del bacino per anomalie, come cisti sugli organi riproduttivi o cicatrici dietro l’utero. Spesso non è possibile sentire piccole aree di endometriosi a meno che non abbiano causato la formazione di una cisti.
Ultrasuoni Pelvici:
Si tratta di un esame radiologico, mediante ultrasuoni, che consente la visualizzazione degli organi interni. Per maggiori dettagli e per visualizzare la cervice si esegue un’ecografia endovaginale o endopelvica inserendo una sonda in vagina. Questo test, solitamente indolore, è particolarmente utile per rilevare la presenza di cisti ovariche. Sfortunatamente, altre lesioni possono passare inosservate.
Risonanza Magnetica:
La tecnica di risonanza magnetica per ottenere viste 2D o 3D. Questo esame offre un’osservazione precisa dei tessuti “molli”, come gli organi interni. In caso di endometriosi, la risonanza magnetica può rilevare cisti, noduli o lesioni, ma anche aderenze e focolai attivi della malattia. Viene utilizzato in particolare per confermare e dettagliare i risultati ottenuti tramite un’ecografia endovaginale rivelando altri disturbi non rilevati in precedenza. Può essere pelvica, ma anche addominale/toracica se si sospettano lesioni al diaframma o nella parte superiore del corpo.
Isterografia o Isterosalpingografia:
Mediate questo esame radiografico dell’utero e delle tube, si possono ricercare malformazioni uterine, deformazioni della cavità uterina da aderenze o permeabilità delle tube, tramite una piccola sonda e l’introduzione di un liquido di contrasto nella cervice. Questo esame, che ha un ruolo importante nell’esplorazione dell’infertilità, non è tuttavia raccomandato come diagnosi di prima linea per l’endometriosi ma trova il suo posto nel contesto della valutazione della fertilità.
Ecografia Endorettale:
Questo esame è riservato all’esplorazione di lesioni di endometriosi profonda che potrebbero interessare il retto, fino a 25 cm sopra l’ano. È quindi un esame complementare che completerà la risonanza magnetica.
Air colo, colonscopia virtuale, uroscan:
Sono esami di tomografia computerizzata, che eseguono un’esplorazione dettagliata dell’intero retto e del colon, rispettivamente degli ureteri, nel caso di alcune forme gravi di endometriosi profonda.
Laparoscopia (o laparoscopia):
Questa tecnica chirurgica, mininvasiva, è dedicata alla diagnosi o all’intervento chirurgico vero e proprio. Consiste nell’introduzione di una piccola telecamera attraverso l’ombelico e di vari strumenti tramite incisioni da 5 a 10 mm. Nel contesto dell’endometriosi, la laparoscopia sembra essere il gold standard per fare una diagnosi completa. Consente di visualizzare direttamente le lesioni, di eseguire biopsie per confermare la diagnosi e di eseguire interventi chirurgici curativi estremamente complessi.
Inoltre una ricerca 100% italiana ha sviluppato e sta mettendo a punto un nuovo test diagnostico salivare, in grado di rilevare nei campioni di saliva di donne affette da endometriosi valori alterati della proteina Za2G (Zinc-Alpha 2 Glycoprotein), il marker più specifico per la patologia, e del Complemento C3 e dell’Albumina (HSA).
I risultati incoraggianti di questo test diagnostico prevedono la futura accessibilità per tutte le donne affette da endometriosi o che ne abbiano anche solo il sospetto. La facilità di esecuzione del test non invasivo potrebbe costituire una vera svolta nel percorso diagnostico per questa grave malattia.
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